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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

Gorgia

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Il sofista siciliano Gorgia, portando alle estreme conseguenze relativismo culturale andando oltre la posizione in un certo senso ancora moderata di Protagora si fa interprete convinto di questo principio: sganciato da ogni criterio di verità di tipo universale, il discorso è tutto. Gorgia afferma che:  -l'essere non esiste perché la sua esistenza implicherebbe una serie di contraddizioni logiche, come dimostra il fatto che le opposte tesi dei filosofi naturalisti si annullano reciprocamente. -Se anche esistesse non potremmo conoscerlo, perché il pensiero non rispecchia la realtà, come sta dimostrare il fatto che possiamo pensare cose inesistenti; -se anche fosse conosciuto non potrebbe essere comunicato attraverso le parole, che hanno una natura diversa rispetto alle cose.  Egli, dunque, riconosce che è impossibile affermare una verità assoluta intorno all'essere, perché l'uomo non possiede strumenti conoscitivi ed espressivi adeguati; inoltre, pon una frattura insanabile

Protagora

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Protagora il pensatore più originale del movimento, famoso in tutta la Grecia per la sua straordinaria eloquenza. A lui la tradizione attribuisce alla celebre affermazione secondo la quale “l'uomo è misura di tutte le cose; delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono”. vi sono diverse interpretazioni riguardo a questa frase, a seconda del significato che viene attribuito al termine “uomo”. Intanto “uomo” può essere inteso come l'individuo singolo e, dunque, l'affermazione del sofista significherebbe che le cose appaiono diverse a seconda dei punti di vista soggettivi: un'azione che ha una persona sembra buona, all'altra pare cattiva. il termine “uomo” può essere interpretato come “umanità”, “genere umano”, e dunque protagora si riferirebbe al fatto che la percezione e la valutazione della realtà dipendono dalla particolare conformazione mentale degli uomini, che differisce da quella ad esempio degli animali. L'ultima prospettiv

I sofisti e il valore della parola

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I sofisti possono essere considerati i primi insegnanti a pagamento della storia. In Grecia non mancava la consuetudine di pagare gli intellettuali: i medici e i poeti, infatti, erano criticati per la loro arte; ma, per quanto riguarda la professione dell'insegnante, molto probabilmente non vi era un'analoga abitudine. con i sofisti l'esercizio del sapere, inteso come bagaglio culturale indispensabile per emergere nella contesa politica, diventa un mestiere, un lavoro a pagamento che si esercitano spostandosi da un luogo all'altro in cerca di discepoli, circostanza che tra l'altro consente loro di acquisire una mentalità aperta e cosmopolita, rendendoli consapevoli della molteplicità dei costumi e delle credenze delle varie civiltà.                             da dove deriva il termine "sofista"? Il termine “sofista”, che nell'antichità significava letteralmente “sapientissimo”, nel linguaggio odierno non ha un'accezione positiva, evocando qualcosa

IPPOCRATE E LA MEDICINA SCIENTIFICA

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L'importanza  della scuola medica di Ippocrate risiede innanzitutto nel metodo seguito per la cura delle malattie. esso consiste nell'assumere come punto di partenza l'analisi empirica, in questo caso dei particolari sintomi manifestati dal paziente, per poi procedere, attraverso l'attenta interpretazione razionale dei risultati dell'osservazione, alla definizione della terapia adeguata. in questa procedura, dunque, risulta di grande importanza alla fase del riconoscimento dei segni della malattia, che sono indizio della probabile presenza di una determinata patologia. ogni malattia viene puntigliosamente catalogata, pur nella consapevolezza che non è possibile evitare un margine di incertezza e che pertanto l'approccio alla terapia è sempre di tipo probabilistico. Quindi il metodo della scienza medica antica codificata da Ippocrate mira a ristabilire l'equilibrio dell'intero organismo sulla base della stretta interdipendenza tra la parte e il tutto attr

I fisici pluralisti (Empedocle, Anassagora e Democrito)

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 I fisici pluralisti (così chiamati perchè ammettono a fondamento dell'universo una pluralità di principi materiali). Essi affermano con Parmenide che nell'universo non c'è nascita né distruzione, ma, nello stesso tempo, concordano con Eraclito nel riconoscere che tutto diviene e si trasforma incessantemente.  EMPEDOCLE                                                                                                                                                   Le radici dell'universo                                                                                                                                           Nel suo poema Sulla natura  Empedocle descrive la n ascita dell'universo che parte da una situazione e di totalità indifferenziata, ovvero lo sfero, in cui si mescolano e confondono il fuoco, l'acqua, la terra e l'aria, che rappresentano le "quattro radici", cioè i quattro elementi primordiali. Tali principi sono eterni, immutabil