Platone

Platone, che nacque da una delle più importanti famiglie di Atene fu uno dei massimi pensatori di tutti i tempi, a cui dobbiamo l'elaborazione di gran parte dei temi, dei concetti e del lessico della filosofia. Secondo Platone, la crisi sociale e politica del suo tempo è l'espressione di una crisi più profonda, che riguarda l'intera esistenza umana. L'ingiustizia, per lui, è il sintomo della scissione tra politica e saggezza: infatti se a guidare la città sono elette persone che non sanno guardare al di là della realtà contingente imperfetta e che non sanno cos'è la virtù come si può sperare che essa venga amministrata secondo principi di giustizia? Ecco perché Platone matura la convinzione che una riforma esistenziale e politica debba muovere innanzitutto dalla filosofia in quanto solo essa è in grado di condurre a nuove e solide certezze intellettuali, sulla cui edificare poi un modello di società ordinata e giusta. Per dare corpo a questo progetto di rigenerazione spirituale dell'uomo Platone poi istituì un'accademia la quale costituiva un centro di ricerca scientifica che era più che altro un'associazione religiosa dedicata al culto delle Muse In cui però vi era una biblioteca che era molto spesso un importante luogo di studi. Platone inizia la sua ricerca proprio da dove era arrivato Socrate. Quest'ultimo aveva detto che l'anima diventa buona attraverso la conoscenza e che quindi se essa conosce ciò che è bene nelle varie circostanze non può commettere il male. Il problema è che si pone Platone è quello di stabilire che cosa sia il bene in generale, i valori a cui bisogna ispirare per promuovere un proprio rinnovamento sociale e in che modo si possano conoscerli. Platone giunge alla conclusione che le idee costituiscono i criteri di giudizio delle cose, le cause delle cose e i modelli delle cose e che le idee sono con le cose in rapporto di mimesi, nonché limitazione, la metessi, nonché la partecipazione, e la parusia nonché la presenza e che le idee si classificano in idee-valori, il bene e la giustizia, in idee matematiche e in idee di oggetti naturali o artificiali come il cavallo, la scarpa o il letto. In conclusione Platone riconosce i limiti dell'esperienza sensibile che non consente una conoscenza sicura affidabile e l'insufficienza delle cause materiali nella spiegazione dei fenomeni dell'universo e necessità per la scienza di trovare criteri di verità oggettivi e universali, pertanto intraprende la seconda navigazione con la quale arriva ad ammettere che esistono le idee che sono entità immutabili incorporee e perfette che sono poste nel mondo dell'iperuranio al cui vertice c'è l'idea del bene. E che le idee costituiscono i criteri di verità dei giudizi e la causa è la ragion dell'essere delle cose. Concludendo possiamo dire che considerando il non essere come diverso Platone risolve uno dei problemi più ardui della filosofia. Con lui l'essere viene inteso come possibilità e relazione. 

 


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